Il potenziale di gas naturale dei mari italiani
La guerra Russia-Ucraina ha di fatto demolito il sogno della Germania di diventare l’hub privilegiato per la distribuzione del gas in Europa e ha posto l’Italia, per la sua posizione centrale nel Mediterraneo, come futuro focus della ridistribuzione energetica. La guerra ha fatto anche deflagrare il paradosso energetico tutto italiano: siamo l’unico paese al mondo che in presenza di non trascurabili riserve e risorse nazionali di metano, si rifiuta da decenni di sfruttarle o di cercarne di nuove in nome di una scelta ambientalista ideologica, rafforzata dal partito trasversale del “no” e dall’effetto, ormai strutturale, del NIMBY. Una stima prudenziale del potenziale complessivo del gas naturale delle Zone Economiche Esclusive dei nostri mari è di circa 500 miliardi di mc. Le scelte del passato, oltre ad averci messo alla mercé dei nostri fornitori di metano, non tengono conto di una visione energetica pragmatica basata sulla fruizione di un mix energetico comprendente energie rinnovabili in forte crescita e energie fossili in forte decrescita fino al raggiungimento nel 2050 dell’opzione UE di zero emissioni di CO2.